Nei social network ormai ci siamo tutti. È inutile sostenere che non abbiamo un profilo o non ci entriamo, perché comunque i social parlano di noi, e dentro c’è di certo qualcuno che lo fa. Il nostro nome e cognome, un commento, una frase detta, una foto con amici… basta fare il semplice esperimento di ricerca su Google per nome e cognome e scopriamo che tra i risultati di maggiore rilievo ci sono proprio i social, e questo anche per chi non ha un proprio profilo. Com’è possibile? Semplice. Questi siti hanno smesso di essere tali, e sono diventati veri e propri canali comunicativi paralleli. Incrociano dinamicamente le nostre relazioni, le informazioni anche non necessariamente dirette, e “producono” risultati nuovi, che nessuno ha introdotto o inserito in maniera diretta. Attraverso la creazione dinamica di contenuti incrociati non sono quindi solo le relazioni e le relative informazioni ad essere “evidenti” ma anche tutte le informazioni derivate (chi era con chi, quanti utenti in quell’anno erano in quella scuola, quante persone che non si conoscono leggono un determinato giornale, quante hanno fatto un determinato viaggio in un certo paese visitando determinati musei, bar, ristoranti…) che creano relazioni a loro volta. Una delle funzioni specifiche nella “ricerca persone che potresti conoscere” è infatti attraverso scuola, studi, città, amico di… semmai attraverso una catena di relazioni che nemmeno esiste davvero, ma semplicemente per “dati simili o affini”. Di tutte queste cose comunque parlerò in modo specifico successivamente. In questa sede è importante chiarire che anche chi non è direttamente presente nei social ha finito con il farne parte, come anche le nostre relazioni sono state modificate dalle dinamiche social. Perché però un focus proprio su facebook? In fondo il mondo è pieno di social network, che per molti versi sono anche più interessanti – sotto il profilo tecnico e dell’attività in sé. Semplicemente perché è il più grande social orizzontale, almeno nella blogosfera occidentale, ed è quello più diffuso in maniera omogenea tra tutte le aree linguistiche. In altre parole lo usano un po’ tutti, al di là della propria partecipazione parallela ad altri network, ed è anche quello in sé più dinamico. Uno degli errori che spesso fanno alcuni analisti infatti è immaginare per Facebook la stessa parabola di MySpace o SecondLife (solo per fare due esempi) descrivendo un fenomeno e senza tenere conto da un lato della vera ragione del successo di questo contenitore, e dall’altro dei continui cambiamenti che sta vivendo. Ed è da qui che dobbiamo partire per descrivere il mondo facebook, e con lui la “facebook generation” che lo popola. SOMMARIO Capitolo 1 I social come specchio e rappresentazione sociale Capitolo 2 Cos'è e come nasce Facebook Capitolo 3 La Zuckerberg generation Capitolo 4 La generazione Steve Jobs Capitolo 5 Le evoluzioni di Facebook - La timeline Capitolo 6 L’infografica di Mari Smith Capitolo 7 Le evoluzioni di facebook – Le nuove Pagine pubbliche Capitolo 8 Le evoluzioni di Facbook – I nuovi gruppi Capitolo 9 Le dinamiche di gruppo Capitolo 10 Social auto percezione Capitolo 11 Le evoluzioni di facebook – gli hashtag Capitolo 12 Le evoluzioni di facebook – dal “like” al “non mi piace” Capitolo 13 Le evoluzioni di facebook - Facebook News Reader Capitolo 14 Il “nuovo Open Graph” Capitolo 15 Come leggere gli Insight di Facebook Capitolo 16 L’Edge Rank – ovvero la visibilità su Facebook Capitolo 17 La formula dell’engagement Capitolo 18 Quanto vale oggi davvero il numero di Fan su Facebook? Capitolo 19 “Fuga da Facebook” Capitolo 20 Fabebook e gli adolescenti Capitolo 21 La Facebook generation
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